Mostra d’arte
su invito del Comune di Asiago,
Palazzo del Turismo Millepini
dal 21 agosto al 3 settembre 2017
A cura di Maria Lucia Ferraguti
Inaugurazione: lunedì 21 agosto, ore 18.00
Presentano: Maria Lucia Ferraguti, critico.
Intervento dell’ Assessore alla Cultura di Asiago
Orari di apertura: tutti i giorni ore 10.00 – 12.00; 15.30 – 19.00
Con il Patrocinio: SPETTABILE REGGENZA dei SETTE COMUNI – Comune di ASIAGO
Sindaco e Assessore alla Cultura di Asiago
Promuovono l’iniziativa: ARTEINSIEME Asiago – AxAVicenza
Altre notizie nel portale: Asiago.it
Le opere di Gino Prandina presentate ad Asiago, sono in gran parte inedite, e rievocano tracce emotive profonde denunciate da velature, colature, spruzzi di colore sulla tela o su pasta di legno. L’autore utilizza una tavolozza rarefatta, composta dai tre colori arcaici: rosso, nero e bianco. Già questa scelta indica un’indagine coerente e compatta, in cui prevale il senso della pittura intrisa d’elementi di natura. La pittura e l’azione artistica di Gino Prandina sono frutto di un lungo lavoro di studio e di ricerca sul segno; l’azione pittorica cristallizza stratificando tempi lunghissimi d’osservazione e infine traducendoli in sofisticata ricerca estetica e insieme gestualità mai casuale. I soggetti floreali, spesso orchidee, sono il tema dietro al quale ad uno sguardo attento si nascondono e si rivelano temi dal forte connotato antropologico e sensoriale. Le immagini sono plasmate da riverberi di luce ed emergono, quasi gallegiano sulla superficie, come da spazi freschi e ombrosi. La prima sensazione è quella di un gradevole giardino nella penombra, a cui succedono altre emozioni e suggestioni: “sembrano” fiori e paesaggi ma – afferma l’autore – non è questo il tema principale del discorso. La pittura e l’azione artistica proposta in questa rassegna ad Asiago rappresentano una scelta tematica di approfondimento che Prandina riprende mediante l’inconfondibile gesto pittorico; reduce dalla “pittura d’azione”, dedito alla “painting meditation”, qui conferma ulteriormente una gestualità tutt’altro che casuale. L’istintualità si arrende al rigore narrativo, le folgorazioni del pensiero attendono la precisione chiaroscurale, i clamori luministici descrivono apparizioni, le dissolvenze aprono varchi temporali e spirituali. Simili a pitture primitive, conquiste o ricordi del cammino, le opere appaiono, emozionanti, come incise sulle pareti della “caverna” filosofica: memoria, esperienza, linguaggio, conoscenza, propiziazione, atto religioso, libertà dell’artista e bisogno di narrazione. N.B.
Gino Prandina in questa rassegna ad Asiago segue il richiamo dell’Oriente, sospendendo temporaneamente la pittografia dedicata alla poesia haiku giapponese, ed avvia nei dipinti un nuovo ciclo dedicato alle orchidee, le più emblematiche tra i fiori, le regine esotiche di
tropicali territori. La pennellata vibrante sul ritmo lirico dei versi cede alle precise forme delle antichissime specie di orchidee Bletilla Striata, Tigre, Phalenopsys, Irene, Vanda. Solo alcuni petali di fioriti iris trasferiscono verso lo spazio le suggestioni di una pittura non pensata ed aperta verso l’infinito. Le orchidee, ingigantite nel formato, rigogliose nell’algida composizione, perfette nella voluttà del segno sinuoso che le rinserra, conquistano per colore la loro “divina” bellezza. Sullo sfondo vitale aprono petali di un bianco incorruttibile, altre scoprono gamme cromatiche tra il nero e il liquirizia, mentre altre ancora, elegantissime, risplendono del più orientale fra i colori, il fastoso ossido rosso veneziano.
Maria Lucia Ferraguti
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