Comunità Montana 7 Comuni
Sala della Spettabile Reggenza – Asiago (VI)
Orario: 10-12 e 16-19
Chiude il 21 agosto 2011
Inaugurazione: mercoledì 10 agosto alle ore 18
a cura di Maria Lucia Ferraguti
Gino Prandina, insegue, nella sua poetica attraverso il segno e il colore, un’idea di vortice, che pari ad una voce d’eco originaria scorre nell’ascesa verso l’origine della luce. Sulla ricerca della fonte luminosa Prandina intraprende un viaggio di segni, da interpretare per il loro valore simbolico ed emotivo, che costruiscono nell’accelerazione del moto lo spazio interno di sacre architetture. Lo spazio, nel definire l’ambiente, appare espressione di una metafora privata della conoscenza e nello stesso tempo assume un valore pubblico nel precisare la fonte luminosa. Simile ad un progettista Prandina estende lo sguardo attraverso segni a vortice aspiranti all’ascesa; inserisce in forme circolari brani di giallo, così da circoscrivere luminosità concentrate; le sviluppa quantitativamente nell’introdurre nuove occasioni di chiarori. Entrano accerchiate da trame di larghi segni di colore nero bituminoso, in una materia aspra nel precisare energiche aperture sfondanti dello spazio. I quadri hanno un’intonazione notturna resa dalla cupa dicotomia del largo tracciato, che pone in risalto d’improvviso, nelle aree circolari, una rinnovata luminosità. Altri dipinti sviluppano un richiamo diverso: lasciano a segni circolari, leggeri nell’impulsività del gesto d’ampio respiro, indicare nell’andamento il richiamo sorgivo di una luminosità perenne. Segni s’affollano lievi mentre s’intersecano con intuitivi tratti pittorici ed indicano, tra sciabolati cromatismi nell’esito di un’ampia gestualità, il richiamo ad architetture aperte all’infinito, di forme ogivali, di presenze vitree in grandi aule cariche di silenzio e di attese, nella suggestione cromatica di un azzurro trasparente. Un’attitudine diversa all’interno della mostra caratterizza alcune forme dal forte impatto cromatico, dominata da un rosso intenso, dal richiamo espressionista-astratta, piuttosto lontano dalla pittura dal richiamo aereo. Una scelta sostenuta dalla presenza del colore, simile ad un’energia in crescita, mossa sulla voce di un richiamo primordiale, incombente nel dominare, nella sinuosità della forma, lo spazio.